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Nuovo video sul Nostro Boris. Questa volta da parte di Alessandro Omassi

 I video clip che scelgo di pubblicare testimoniano realtà conosciute durante viaggi o sul territorio dove vivo. Seleziono immagini autentiche e le offro in visione con l’intento di offrire spunti di riflessione al pubblico, senza il proposito di influenzarlo.

In risposta ai numerosi commenti e questioni poste, non posso esimermi da contestualizzare la situazione filmata e circostanziarla, per offrire ulteriori elementi di chiarimento e comprensione.

Boris è un giovane cervo confidente (non addomesticato) che, sebbene non sia mai stato sottoposto ad imprinting in tenera età, in presenza di Chicco (ex cacciatore) si lascia avvicinare e prende dalle sue mani il pane secco offerto. 

Molti utenti hanno espresso meraviglia e curiosità, osservando increduli e commossi un animale che vince la diffidenza verso l’uomo, considerato il suo “peggior nemico”; altri hanno criticato il gesto del cacciatore, indignandosi fino al punto di definirlo “atto disumano”. 

La citazione del filosofo illuminista tedesco Immanuel Kant (1724 – 1804), è ulteriormente stimolante e non dovrebbe essere fraintesa. Perciò riporto di seguito per intero l’aforisma da cui è stata estratta: “L'uomo deve mostrare bontà di cuore già verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini. Si può conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta le bestie”. 
Il frammento si colloca tra interessanti pagine in cui l’autore sostiene che applicare il principio di benevolenza nel rapporto con gli animali aiuta a tenere un comportamento etico corretto anche nei rapporti umani: 

Vedi alcuni frammenti antecedenti e successivi alla citazione scelta: 
• Se un cane ha servito a lungo e fedelmente il suo padrone, ciò costituisce qualcosa di analogo a un'azione meritevole e perciò richiede la nostra lode e, quando non sarà più in grado di renderci i suoi servizi, noi dovremo trattenere la bestia presso di noi fino alla morte. (p. 273)
• [omissis] quella socievolezza e umanità, che occorre rispettare nella pratica dei doveri verso il genere umano.
Per non distruggerla, l'uomo deve mostrare bontà di cuore già verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini. Si può conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta le bestie. (p. 273)
• Quanto più ci si dedica all'osservazione degli animali e del loro comportamento, tanto più si prova amore per essi, al vedere quante cure essi riservino ai loro piccoli. Si può allora concludere di non essere crudeli neppure verso un lupo. Leibniz, servendosi d'un foglio, riportava sull'albero il piccolo verme, su cui aveva compiuto le sue osservazioni, affinché per sua colpa non gliene venisse alcun danno. Distruggere questa piccola creatura senza ragione non avrebbe potuto non turbare un uomo. (p. 274)
• In Inghilterra, in una giuria, non sono ammessi né macellai, né chirurghi, né medici, per la loro insensibilità verso la morte. (p. 274)
• Un padrone che scacci via il suo asino o il suo cane, perché ormai inservibili, rivela un animo meschino. (p. 274)
• In conclusione, i nostri doveri verso gli animali sono indirettamente doveri verso l'umanità. (p. 274).
Per chiarire la realtà contestuale cui si riferisce il filmato, occorre acquisire consapevolezza del fatto che la sopravvivenza della fauna selvatica in Italia è compromessa.

La pura selvaticità di questi animali è ormai un’utopia, poiché la natura selvaggia non esiste più: molti animali selvatici vivono ormai in un ambiente altamente antropizzato, cioè non più naturale in senso pieno e stretto, perché profondamente modificato dall’uomo, tanto da denaturalizzare persino il comportamento animale.

In particolare, il nostro territorio provinciale è stato sfruttato a dismisura: fortemente cementificato, urbanizzato, con tessuto stradale estremamente complesso e interessato costantemente da un intenso traffico.
Si considerino i numerosi incidenti di ungulati avvenuti in valle sempre lungo i medesimi percorsi nonostante a visione degli automobilisti vi siamo stati posti cartelli segnalatori di pericolo ungulati.
Si consideri anche l’enorme inquinamento acustico che gli animali selvatici sono costretti a subire dalla più tenera età, alterando e snaturando i loro comportamenti, in modo tale da impedire loro di percepire i suoni del loro habitat e da disorientarli, distrarli, renderli meno reattivi e quindi più vulnerabili. In pratica la vita animale è vincolata e condizionata in un ambiente dove gli spazi verdi sono sempre più ridotti e circoscritti, perché profondamente trasformato dall’ uomo, col quale oggi convive quotidianamente e strettamente. 

Non abbiamo più memoria storica del passato, quando il Paese era ancora agricolo e boschivo, con spazi aperti e non frammezzati, ma oggi avvertiamo il disagio prodotto dalla crescita a tutti i costi. 
L’uomo civilizzato conduce la maggior parte  dell’esistenza in modo  artificiale e complicato, lontano dalla natura incontaminata e osserva la vita animale attraverso la lente delle conoscenze etologiche e dei mass media, che ne offrono tuttavia un’immagine parziale ed enormemente deformata.
E’ ovvio che gli animali non debbono essere misurati col metro dell’uomo, rispetto al quale presentano somiglianze e differenze: sono creature viventi e senzienti, addirittura dotate di capacità sensoriali che noi esseri umani abbiamo perso o non abbiamo mai posseduto e che determinano in larga parte il loro comportamento istintivo.

E’ inevitabile che molti animali selvatici vengano a diretto contatto con l’essere umano, che a sua volta li cerca per stabilire relazioni di equilibrio dinamico, a reciproco vantaggio e per gestire un rapporto armonico con la natura, a prescindere da questioni utilitaristiche. 

Mi astengo dal giudizio sulla varietà degli orientamenti ambientali ed animalisti in essere e non punto il dito nemmeno su posizioni estremiste e opinioni contrapposte, che lascio al dibattito degli esperti, ma non posso esimermi dall’ osservare il fatto che su certe opinioni scienza, ecologia ed etica hanno ormai opinioni consolidate e concordi.
Integrazione, strutture, interrelazioni, complessità, richiedono di accettare consapevolmente il principio di interconnessione tra gli esseri viventi e tra questi e l’ambiente, perciò tutti meritano il rispetto delle esigenze biologiche che ne sostengono l’esistenza, garantendo il mantenimento delle funzioni essenziali alla vita.

Il gesto di Chicco verso Boris non avviene nel contesto di una DOMESTICAZIONE, ma è l’esito dell’esigenza di sopravvivenza dell’animale: Boris, fin che vivrà, d’inverno continuerà ad avvicinarsi a Chicco per nutrirsi di pane secco dalle sue mani, mentre molti altri animali non confidenti continueranno a cercare cibo altrove, quando le condizioni ambientali lo impongono, per eventi di crisi, condizioni climatiche, catastrofi naturali o altri eventi antropici, per riuscire ad alimentarsi, anche artificialmente, in luoghi vicini, non di rado “appositamente” creati dall’uomo.
Alessandro Omassi.