NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

VolpeLa volpe e i suoi volpacchiotti.

Mi ero incamminata, alle cinque del pomeriggio, verso Piazza Nava, per godermi i soliti "particolari ": la lucertola al sole, i garofanini rossi fra l'erba, i fiori viola da raccogliere per far seccare tra le pagine di un libro, le farfalle bianche e gialle che si rincorrono e ti confermano che l'aria che respiri è pura.
Di solito mi fermavo sotto un melo selvatico appena fuori paese, a metà salita, perchè mi è sempre piaciuto osservare il cielo attraverso i suoi rami.
Ma quel pomeriggio la sorpresa è stata grande. Proprio sotto quel melo c'era una volpe con tre volpacchiotti.La madre, dal colore fulvo, aveva un corpo relativamente lungo, zampe brevi ma vigorose, un muso appuntito e due orecchie grandi. La coda dal pelo folto, superava in lughezza la metà del corpo.
I piccoli erano graziosissimi, curiosi, ma intenti a gustarsi il cibo.
Ho sempre creduto che la volpe fosse un animale predatore e mi ha quindi meravigliato vederla nutrirsi delle mele cadute dall'albero.
Sono rimasta immobile, a debita distanza, e ho osservato la madre e i piccoli con emozione. Mi sono detta che quella era la volpe furba e scaltra che compare nelle favole e nelle leggende che mi erano state raccontate da piccola, e che, a mia volta, avevo raccontato ai miei figli, alle mie nipoti e anche ai miei scolari.
Dopo pochi istanti la volpe mi ha intravista e subito ha spinto i piccoli oltre la strada, tra i cespugli, per poi raggiungerli con un balzo dopo essersi accertata che nessuno fosse rimasto indietro.
Sono tornata sul posto per diversi pomeriggi, sempre alla stessa ora, e spesso ho rivisto la volpe con i suoi piccoli. Ogni volta mi sembravano meno impauriti e un po' più disposti a lasciarsi guardare.
L'ultima volta che li ho visti era un tardo pomeriggio di fine estate.

Milena Cavaleri