NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

SpalatoriDICEMBRE

Siamo arrivati alla fine dell'anno, con l'inverno e il Freddo alle porte tutti noi facciamo il resoconto dell'annata trascorsa con le solite frasi: “Come passa in fretta il tempo, questo è stato un anno in cui mi sono capitate un sacco di problemi, speriamo sia meglio il prossimo”, anche se sappiamo benissimo che ad ogni anno ci aspettano nuovi imprevisti difficili da superare che ci trovano sempre impreparati, ma questo fa anche parte del percorso della nostra vita.

Così dopo questi pensieri ci prepariamo ad affrontare l'inverno che certe volte sembra lunghissimo e noioso un po' per tutti.

Dicembre però è un mese che ci porta tanta gioia : La Festa del Natale, che ci fa dimenticare un po' i dispiaceri e ci rende più felici e buoni (o almeno dovrebbe essere così).

 

NATALE PIGRESE : ANNI PASSATI

Il giorno di Natale è sempre stato per noi Pigresi una Festa importante non solo per la nascita del Gesù Bambino, ma era anche l'unica festa dell'anno nella quale la maggior parte delle famiglie Pigresi avrebbe mangiato la gallina, un pranzo di lusso a quei tempi.

Mi ricordo che a Natale noi bambini mettevamo sotto il piatto del Papà una dedica con gli Auguri. Noi non vedevamo l'ora che le trovasse e leggesse, perché alla fine della lettura c'era sempre un regalino per noi. Ecco questo ere il Natale per noi, perché anche dalle piccole cose fatte con amore si impara e crescere e capire veramente cose vuol dire volersi bene.

 

Neve a PigraQuesto ere il mese che più si aspettava, perché verso la metà cominciavano e rientrare e case i nostri emigranti dalla Svizzera e dalla Francia, quindi una gioia immense per tutti, dopo un anno poter riabbracciare tutti i famigliari: padri, mogli, figli e tutti gli altri paesani.

Dopo quasi un anno passato lontano, dove l'unico modo per tenersi in contatto coi famigliari era qualche lettera, si sentiva la voglia di passare il natale con amici e parenti.

A tal proposito mi ricordo che mio zio soprannominato Cecheta (Francesco) emigrato come tanti all'età di 13 anni in Svizzera dove faceva il Baby-sitter badando un bambino piccolo, scrisse a mia mamma: "Io chilò sto be, la mia patrona ier mi ha vusato a dietro parcè sum scapuscìato, al pinin le borlato fora dala carusela da mi medesimo ca ruzavo. Ciau surela, speri che enca voi estate be".

(Io qui sto bene, la Signora mi ha sgridato perché sono inciampato e il bambino è caduto fuori della carrozzella che io spingevo. Ciao sorella spero che state bene anche voi.)

A Natale tutti gli uomini indossavano il vestito nuovo. Il taglio dell'abito ere semplice, di linea abbondante e di fatture artigianale, era chiamato (LA VESTIMENTA). Si usava per tutta la vita e lo si tramandava ai figli.

Naturalmente si festeggiava tutti insieme, sia alla S. Messa, sia dopo nei bar e si passava casa per casa a fare gli auguri; tutto il Paese si abbracciava e forse è anche per questo che il Natale sembrava

o era più bello. Mi ritengo fortunato di aver passato questi bei natali con la gente di quegli anni in cui anche l’inverno sembrava più corto.

Comunque il Natale è sempre una bella festa in qualsiasi periodo capiti e sta e noi per farla diventare sempre migliore.

Testo di Eliseo Ceschina - Dicembre 2010