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Africa… la mia Africa
Chi l’ha sentita come l’ho sentita io non può che chiamarla così.
E quando lunedì 25 aprile alla mostra di Pigra l’elefante, la zebra e quel macaco con la banana mi hanno guardato, i miei ricordi sono riaffiorati come fanno sempre quando vedo gli animali della savana in foto, in un documentario o all’interno di un film.
Credo di averli visti tutti gli animali della savana, da quelli più classici a quelli più strani di cui non conoscevo neppure l’esistenza: ho mangiato seduta a tavola con le scimmie mentre il ghepardo approfittava della carne di gnu penzolante da un albero offerta dalle guardie dei parchi nazionali, ho condiviso la mia fetta di torta con uccelli buffissimi, ho dormito con un macaco di fianco al lettino che vigilava sul mio sonno, ho percorso tratti di piste rosse al fianco di un leopardo per niente infastidito dalla nostra presenza, ho portato noci di cocco ad Helena, un enorme elefante femmina, ho assistito al rito di iniziazione alla caccia di mamma iena con i suoi piccoli, ho goduto insomma di ogni singolo istante che la mia vacanza mi concedeva.
L’Africa è veramente unica, l’Africa rimane nel cuore se il tuo cuore è aperto e pronto ad accogliere tutto ciò che ti offre: paesaggi da toglierti il fiato, natura incontaminata di cui ti senti un piccolissimo rappresentante, tramonti e arcobaleni mai visti altrove e poi la miseria, case con muri di sterco di animali, l’acqua potabile a decine di chilometri ….
Ma in tutta questa bellezza mista a tristezza non puoi ricordare almeno due cose, quelle non puoi dire di non averle notate e di non essertele riportate a casa al tuo ritorno: il cielo dell’Africa e gli occhi dei bambini.
Il mal d’Africa per alcuni esiste davvero ed è un male bellissimo, un male in cui cullarti nel ricordo dei colori, dell’aria che respiravi, degli odori al mercato delle spezie, del calore delle mani dei bambini, dei sorrisi di gente sconosciuta eppure così vicina.
Non sono più tornata in Africa, proprio come fece Karen Blixen, ma so che quando deciderò di farlo sarà per non tornare più indietro!
Stefania
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