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rastrelloGiugno primi caldi che annunciano l'arrivo dell'estate.

2 GIUGNO : Festa della Repubblica Italiana, il 2 Giugno 1946 l'Italia diventò un Reppublica lasciandosi alle spalle il Fascismo e la Monarchia.

3 GIUGNO : Festa del Corpus Domini, con processione in giro per il paese ,che si fa tutt'ora, anche questa Festa molto sentita dalla popolazione di Pigra.

Da ragazzo quando facevo il Chierichetto (l'ho fatto per 4 anni e il Parroco Don Elio mi fece studiare tutta la Messa e le preghiere in latino a memoria prima di poter servire una Messa), la Processione passava per le  vie del paese e tutte le famiglie partecipavano, sulle facciate delle case venivano distese le coperte più belle agganciate con una corda  (nascondendo magari anche parte di qualche facciata non proprio bella da vedersi)

Ogni tanto si vedeva spuntare dietro le coperte qualche testa di persona anziana,che non potendo seguire la Processione si accontentava di vederla.

TRADIZIONI

Primo taglio dell'erba col "SEGHEZ" per le donne e noi ragazzi con la "RENZA" per gli uomini.

Tagliata l'erba si lasciava distesa sul prato per farla seccare in modo che diventasse fieno, al pomeriggio si ritornava e col "RESTEL" (rastrello) si girava dall'altra parte,ci volevano due giorni circa per asciugare bene e seccare. Così prima di sera la gente con il restel,tirava assieme tutto il fieno formando delle Motte "I MOT DA FEE" e la mattina del giorno dopo col "RAST"( la forca a tre punte) la ributtava sul prato per farlo asciugare bene. Guai a portare in cascina fieno non secco,faceva marcire anche l'altro.

Naturalmente i "MOTT DA FEE" erano un divertimento per noi ragazzi, li saltavamo come fossero degli ostacoli e a volte li distruggevamo.

Quando c'erano i temporali che bagnavano il fieno, il lavoro dell'asciugatura era più lungo e c'era il rischio che marcisse.A qusto proposito c'era un detto "Al fee a lè in casina" (adesso può fare il tempo che vuole che il fieno è in cascina è a posto)

Ricordo che il fieno si portava in cascina col "CAMPASC" da non  confondere col gerlo.

Il CAMPASC era molto più grande e spazioso si dovevano fare diversi viaggi anche da molto lontano, i nostri genitori tagliavano e portavano il fieno addirittura dal Monte Pasquella e dintorni.

29 GIUGNO : SAN PIETRO E PAOLO per questo giorno c'era un detto "Chi lavura anca al di da San Pedru, iga mia in da la schena la caneta da vedru" (Chi lavora anche il giorno di San Pietro, non ha certo nella schiena una canna di vetro).

A chi invece aveva poca voglia di fare e non voleva abbassare la schiena per lavorare la terra o altro,si diceva : "Al vo mia dubbià la schena sa vet cal ga la canna da vedru e al fa fadiga a sbasas giò" (Non vuole abbassare la schiena si vede che ha dentro una canna di vetro e da fatica ad abbassarsi)

Ora bisognerebbe dirlo a tanti,peccato che il detto non è più di moda.

Scritto da Eliseo Ceschina