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Progetto casa sicuraIl Comune di Pigra in collaborazione con SeprioCom e Digicsoft organizzano un incontro con i villeggianti proprietari di seconde case per il progetto

“case sicure”

cosa vuol dire “case sicure”?

Sapere ogni momento dell’anno tutto quello che succede a casa tua, sicurezza intrusioni, temperatura ambiente, gestione del comfort, danni imprevisti, etc, etc.

SeprioCom

Se sei interessato vieni a vedere la dimostrazione senza impegno che si terrà

sabato 04 agosto 2012 ore 15:00

presso il capannone in via alla chiesa, Pigra.

Il Sindaco e i responsabili della società saranno a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento e per condividere con voi un piccolo rinfresco.


La casetta domotica, un esempio di seconda casa

Ing. C. Boarino / DigicSoft Luglio 2012

La casetta domotica è un giocattolo trasformato in elemento dimostrativo: vediamo quindi come è costituita, come si accede ed alla fine cerchiamo anche di chiarirne bene le finalità ed in cosa, questa casetta domotica può essere assimilata alla seconda casa che voi avete in località di turismo.

I nostri bisnonni. I tempi cambiano, cambiano le abitudini e gli strumenti che ci circondano e rendono più facile o più difficile la nostra vita. I nostri bisnonni avevano un sistema di illuminazione un po' diverso dal nostro: usavano oggetti differenti dai nostri per avere un po' di luce la notte, e seguivano molto più di noi il ritmo giorno-notte. Illuminare una casa allora era molto diverso da oggi, la si illuminava molto meno e con metodi decisamente più “scomodi” di quelli che attualmente adoperiamo nelle nostre case.

Noi ovviamente abbiamo scelto altri sistemi di illuminazione....

ed è nato l'interruttore, prima rotativo, (ricordate? Quelli di ceramica bianca con i fili elettrici telati e ritorti) e poi a leva incassati nel muro.

 

La stessa cosa vale per il riscaldamento che per i nostri bisnonni era necessariamente imperniato su combustibili di produzione locale. Spesso un caminetto unico scaldava tutta la casa che si sviluppava intorno all'unica fonte di calore.

Insomma negli ultimi 100 anni le nostre case si sono molto modificate. Ed ora? Il futuro cosa ci riserva? Altre modificazioni di sicuro, per rendere sempre più confortevoli le nostre case e per tornare sempre più verso il rispetto di una natura che abbiamo decisamente trascurato negli ultimi decenni.

Questa piccola dimostrazione è stata allora preparata per indicarvi quello che potrà essere il futuro delle nostre case, soprattutto le seconde case e quali saranno le direzioni di sviluppo che ancora non si sono mostrate chiaramente. E' solo una MIA PERSONALE interpretazione del futuro, ma, credetemi, è altamente probabile.

Ecco quindi davanti a voi un piccolo esemplare, un simulacro, un giocattolo per trasferirvi la mia idea.

Come è costruita la casetta domotica

Vi chiedo scusa se dovrò usare molti “termini tecnici”, ma io sono un tecnico e questo, sfortunatamente, è il mio linguaggio e l'unico sistema che ho per trasferire le mie idee.

In fondo in questo giocattolo non c'è niente di speciale: ho preso alcune assi di legno e ci ho avvitato sopra una semplice casetta comperata già completa di un rustico e simbolico arredamento.

Poi intorno alla casetta ho installato quattro normalissime schede S6 di domotica, capaci di attivare carichi fino ad 1 kW: se vogliamo sono decisamente esagerate per le esigenze della casetta giocattolo, ma volevo mostrarle.

Dentro la casetta ho montato 4 piccoli “lampadari” costituiti da 3 leds bianchi in serie con una resistenza di limitazione della corrente, ed una lampada da specchiera (questa formata da un solo led bianco con relativa resistenza di limitazione).

L'impianto di riscaldamento è simulato da 4 “radiatori ventilati” formati ognuno da un pezzetto di policarbonato con due leds rossi che ne simulano l'attivazione.

Infine la caldaia è simulata da un led rosso che si accende sul tetto.

Tutti i “cablaggi” di questi dispositivi sono stati eseguiti a vista, in modo da poterli seguire, se si vuole, fino ai loro punti di arrivo sulle 4 schede di domotica. In una casa vera i cablaggi si trovano dentro appositi tubi corrugati dentro i muri, ma qui debbono essere a vista per mostrare che..... ci sono pochi fili, molti meno che in una casa normale.

Le schede S6 (che, come ripeto, sono schede che normalmente si montano all’interno di vere installazioni) sono poi collegate con un “bus” l'una all'altra, passando per una scheda che “ospita” un modulo Fox G20 che è il punto di accesso dall'esterno.

La scheda Fox G20 è un elaboratore basato su ARM9 con Linux e dotato di vari dispositivi di I/O, che io uso solo in parte.

In particolare adopero una porta seriale a 3 fili per inserirmi sul “bus domotico”, e la porta Ethernet per il collegamento ad un access point WIFI. Il resto (linee di I/O digitali ed analogiche, porte USB eccetera) non viene minimamente usato. Sulla scheda Fox G20 è installato un sistema operativo Debian Linux completo di sistema di sviluppo residente in una microSD da 2GB, e dotato di un server FTP, un server HTTP ed un interprete php funzionante.

Lo so che magari queste vi sembrano scritte cabalistiche, ma in pratica ciò significa che questa scheda contiene, al suo interno, un completo sito WEB che mi sono personalizzato in modo che svolgesse le funzioni che vedremo dopo e che potrete vedere voi stessi.

Nel sistema all'avvio (cioè quando il sistema si accende) viene lanciato un modulo di controllo scritto in C che si occupa della gestione della linea seriale del “bus” svolgendo tutti i servizi necessari di dialogo con le schede di domotica installate sul sistema.

Entrare nella casetta domotica Come dicevo prima, la scheda Fox G20 è collegata IN RETE locale con un normalissimo Access Point WIFI.

Passando attraverso questo Access Point un qualsiasi dispositivo (ad esempio un telefonino, un tablet oppure un computer) può permettervi di accedere al server HTTP della scheda Fox G20 entrando nel sito di controllo. Se l'Access Point fosse a sua volta connesso ad Internet lo stesso sito sarebbe raggiungibile da qualsiasi punto del globo raggiunto da Internet.

Da questo sito, con le pagine predisposte, potete verificare lo stato di tutte le utenze, accendere e spegnere ciò che volete, insomma potete azionare ogni dispositivo di casa usando il vostro telefonino come un evolutissimo telecomando.

Guardare la casetta domotica. Tutto questo sistema vi permette di utilizzare il telefonino come “mani remotizzate”, cioè di portare le vostre mani nella casa anche se voi siete molto lontani dalla casa stessa.

Un breve inciso “filosofico”: Internet è uno strumento di comunicazione che ha la capacità di rendere UBIQUO il servizio. Ciò significa che un “servizio” installato in internet è raggiungibile da ogni parte del mondo in maniera identica, indipendentemente dalla distanza fisica che separa l’utente dal punto ove il servizio stesso è installato.

In questo modo poco importa se le vostre mani o il vostro telefonino sono dentro la casa o fuori dalla stessa, e nemmeno importa a che distanza vi troviate dalla casa stessa: tramite internet e questa domotica potrete impartire  i vostri comandi ovunque vi troviate.

Ok, abbiamo spostato le mani dentro casa, ma perché non spostare anche gli occhi dentro casa?

Ed ecco l’accoppiamento domotica+telecamera, che nel nostro caso è una telecamera evoluta attraverso la quale possiamo vedere di giorno, di notte (grazie al proiettore di raggi infrarossi).

La telecamera che vedete qui installata può ruotare in modo che inquadri la parte di casa che di volta in volta vogliamo vedere.

Beh si, dato che la telecamera include un microfono ed un altoparlante possiamo di fatto spostare anche la bocca e le orecchie nella casa…..

No, il naso ancora non l’abbiamo spostato e per vedere se c’è puzzo di gas dobbiamo affidarci a normali sensori di gas accoppiati alla domotica.

E la sicurezza?

Si parla tanto di privacy ed alla fine installiamo una telecamera in casa che in teoria potrebbe permettere a chiunque di spiarci dentro casa nostra?

Beh non è così semplice: questi sistemi nascono tutti, sia la domotica azionativa che i sistemi di visione remota, con un certo grado di “protezione” per impedire ad eventuali malintenzionati di coglierci mentre usciamo dalla doccia in accappatoio.

Quindi sia per entrare nella telecamera che per entrare nella domotica attuativa occorre:

a) in primo luogo sapere qual è il NOME del sito dietro il quale domotica e telecamere si nascondono

b) sapere su quale “canale” questi oggetti sono raggiungibili

c) conoscere un “nome utente” in grado di operare su questi oggetti

d) conoscerne anche la relativa password

vediamo allora qui sotto come si “entra” nella domotica attuativa della casina e cosa si può fare una volta entrati da remoto.

Andiamo dentro alla casetta domotica Se il vostro telefonino, tablet o quant’altro ve lo consente, collegatevi alla rete WIFI Demo_casetta, che è qui aperta senza alcuna password di protezione per facilitarvi un po' le cose. Una volta collegati potete allora dal vostro browser aprire il collegamento con 192.168.1.190 che è l'indirizzo IP fisso della scheda Fox G20.

In questo caso 192.168.1.190 indica “indirizzo e canale” cioè i due punti a e b del capitolo precedente. Si aprirà una pagina di benvenuto con l'immagine della casetta e, in basso a sinistra sullo schermo, troverete il punto dove fare click per procedere al login. Nome utente e password in questo caso sono entrambi guest digitateli e la casetta vi darà accesso alle sue funzionalità.

ATTENZIONE tutte le lettere devono essere MINUSCOLE: se usate le maiuscoleil sistema non vi riconoscerà e non vi permetterà di azionare niente.

Potrete allora vedere le schede installate e, aprendole con un click vedere cosa queste schede possono “pilotare” ed in che stato sono le relative uscite. Clikkando sulla singola uscita il sistema si incarica di inviare sulla rete domotica un messaggio che comanderà il cambio di stato della linea stessa: accesa se era spenta e spenta se era accesa.

Naturalmente in questa realizzazione non sono stati montati tutti i sensori che invece nella realtà si trovano nelle case domotizzate: termometri ambiente, sensori di presenza ad infrarossi, sensori di acqua per terra, sensori di fumo e quant’altro serve a controllare davvero lo stato della casa.

Non dimenticate che questo è un esempio e che in questo caso vi trovate DAVANTI alla casetta, ma cosa succederebbe se foste a 1000 Km dalla vostra vera casa? Quali potenzialità vedete di attuare un controllo della vostra casa?

E la telecamera?

Non dimentichiamoci della telecamera: sempre connessi alla WIFI Demo_casetta collegatevi all’IP 192.168.1.220. Vedrete comparire una videata che proviene dalla telecamera. Qui occorre un attimo di spiegazione che purtroppo risulterà largamente imprecisa: la trasmissione video può avvenire tramite ActiveX (che è un programma che integra la funzione video in Internet Explorer di Microsoft) o col metodo PUSH, che è invece adoperato da quasi tutti gli altri browser.

Quasi sicuramente, se state utilizzando un telefono o un tablet dovrete premere il bottone LOGIN in basso: comparirà una finestra nella quale darete username e password (sempre guest in caratteri minuscoli) e vi verrà dato accesso alla telecamera per poter vedere cosa accade.

La telecamera (anche quella che porto con la casetta) è un po’ di più di un semplice sistema di visione motorizzato e controllabile da remoto. Per esempio può essere programmata per inviare una serie di fotografie ogni qual volta individua un movimento nel suo campo visivo. Ciò non significa che questa telecamera possa essere utilizzata come antifurto, ma che all’occasione può fornire immagini di accessi non autorizzati o di eventi inattesi (ad esempio un oggetto in falso equilibrio che piomba a terra).

A cosa serve allora questa casetta Questo che presento come un giocattolo dovrebbe in realtà farvi entrare nel mondo della domotica, il quale mondo differisce dal mondo dell'impianto elettrico tradizionale allo stesso modo in cui il mondo di internet è differente da quello della televisione.

La domotica infatti contiene in sé una serie di connotazioni molto particolari che spero di riuscire a farvi intravedere con questo esempio. Adesso immaginate che la vostra seconda casa abbia al suo interno una dotazione simile a quella che avete visto.

Ecco che potreste facilmente, con questo sistema, tenere d’occhio la casa, riscaldarla un pochino quando la temperatura esterna crolla ben al di sotto dello zero, ventilarla d’estate…. Insomma gestire la vostra casa giorno per giorno evitandone gli inconvenienti più o meno gravi che si subiscono di tanto in tanto. Gestione significa tante cose, o meglio quando si parla di voler gestire una casa dobbiamo porci degli obbiettivi molto precisi da voler raggiungere. Nella mia ormai lunga esperienza di gestione di seconde case ho individuato una serie di obbiettivi che secondo me sono importanti sia nel presente che per il futuro. Gli obbiettivi della domotica nelle seconde case La Domotica attuativa e di controllo a mio avviso deve servire in primo luogo

a queste cose:

1) mantenere il controllo della casa, evitando per quanto possibili i danni dovuti ad agenti atmosferici eccezionali (gelate, forti eventi piovosi e cose del genere). In teoria esistono dei dispositivi automatici che dovrebbero proteggere le nostre case, ma non abbiamo una reale certezza del loro buon funzionamento fin quando non scopriamo…..

2) Sempre come mantenimento del controllo, permettere di verificare che gli impianti in casa funzionino bene (riscaldamento, frigorifero eccetera): quando io vado nella mia casa di vacanza vorrei essere certo di trovarla quanto meno funzionante, e non dover correre a destra e sinistra per inseguire una riparazione urgente della quale, prima del mio arrivo, non sapevo nulla

3) permettere un elevato livello di comfort, facendomi trovare ad esempio la casa calda ed illuminata al mio arrivo in una fredda notte invernale. Questo concetto dell’inseguimento di stati confortevoli in domotica si chiama anche “individuazione degli scenari” e dipende in grandissima misura dalla corretta individuazione dei bisogni di chi la casa dovrà abitarla (anche se saltuariamente)

4) consentire un risparmio di risorse permettendomi ad esempio di disattivare la caldaia a gas quando la temperatura esterna è sufficientemente alta, disattivare l'irrigazione se il terreno è già umido e così via

Una seconda casa, cioè una casa che di rado mi vede fisicamente presente ha molto più bisogno di assistenza della casa dove principalmente abitiamo, basti pensare a cosa accade se c’è una piccola perdita di gas: nella casa dove abitiamo ogni giorno ce ne accorgeremo dall’odore ben prima che la concentrazione di gas raggiunga livelli esplosivi, in una seconda casa invece il rischio è enormemente superiore perché in qualche mese di chiusura la concentrazione del gas può fare danni enormi.

Lo stesso accade in caso di perdite d’acqua. Molto spesso i costi dell’impianto di controllo vengono ampiamente ripagati dal maggiore comfort che la casa concede agli abitanti, dai risparmi energetici realizzati nel corso dell’anno, ma soprattutto dai disastri evitati.

Il ruolo fondamentale della COMUNICAZIONE Ho parlato tanto delle caratteristiche della casetta e di come queste stesse caratteristiche, trasportate dall’ambito giocattolo alla realtà di una casa possano essere interessanti, ma ora vorrei sottolineare un altro concetto molto importante.

Tutto quanto ho detto sopra infatti si basa sulla possibilità di COLLEGARCI con la casa per verificarne lo stato ed attuare le opportune manovre correttive. La connessione è assolutamente fondamentale affinché la domotica serva a qualcosa: in caso contrario la domotica rimane uno dei tanti automatismi installati in casa: un oggetto che svolge la sua funzione in “loop aperto” senza possibilità di controllo reale da parte del proprietario (e quindi a volte a sproposito).

Ne volete un paio di esempi? Eccoli: L’irrigazione automatica delle piante è una bella invenzione….. ma quando piove a quale scopo attivarla? Anche il cronotermostato è una bella idea per mantenere il comfort in una casa, ma se l’inquilino non c’è? Scaldiamo per nulla? Invece se c’è comunicazione questi atteggiamenti inevitabilmente ciechi possono essere corretti e modulati secondo le reali esigenze evitando sprechi che sicuramente non giovano a nessuno.

Spero, con queste mie poche pagine, di avervi dato qualche motivo di riflessione non banale, ma intanto buon divertimento con la casetta domotizzata!

Ing. Claudio Boarino