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Ábat
sm. Veste bianca con mantellina rossa indossata dagli uomini che durante le processioni portavano la statura del santo, o il crocifisso, o le grandi lanterne.

avv. Può essere un “sì” detto per condiscendenza o per chiudere un discorso: sì, sì, ta gh' ée reson, va bene, hai ragione; ma puo valere anche un “no”: nèeh ca ta m'al dée par mi? Aé, t'al dòo cumè!, vero che me lo regali? Sì, te lo do come!
avv. sì (affermazione)
aimarìa sf. Avemaria. Véet ala Madona? Dì su un'aimarìa poeu e par mi!, Vai al Santuario della Madonna? Dì un'avemaria anche per me!
Alàstìc sm./agg.

Elastico

al da là locuz. avverbiale Oltre ogni limite (riferito a persone): ta séè al da là!, sei proprio impossibile!
alf sm. Mediano, nel gioco del calcio. (evidentemente dal corrispondente inglese "half", da cui anche centralf, centromediano)
alì griùs agg. Cordiale, simpatico
almandé avv. Almeno. E' usato soltanto nel senso di recriminazione: almandé lée la pudéva vignì, almeno lei poteva venire; oppure di desiderio: almandé 'l piuveéss!, almeno piovesse! Non è mai usato nel significato di "non meno di".
alzapè sm. Trappola per uccelli, costruita sul posto con legni e spago e collocata lungo i sentieri nei boschi per catturare gli uccelli che li percorrono saltellando. Il nome alzapè è un invito al passante di alzare il piede per non "disarmare", urtandola, la trappola.
angariì sfp. Questioni, motivi di dissenso o di litigio. Tira mia foeu angariì!, non tirare fuori questioni!
àpis sm. Matita
aquadu' sf.

Robusta barra di legno opportunamente sagomata per trasportare, bilanciandola su una spalla, due secchi (tipicamente quelli di rame per l'acqua da bere presa alla fontana pubblica) appesi alla sua estremità.

aràdio sm. Apparecchio radio. (A quei tempi era molto più frequente dire e sentir dire "laradio" che non vedere scritto "la radio", e poichè era obiettivamente difficile conciliare l'articolo femminile con un nome che la "o" finale faceva apparire maschile, si ricorse a un espediente ortografico che li metteva d'accordo: l'articolo cedette la "a" al nome. Da qui, l'aradio, un aradio). Adesso nessuno dice più aradio: tutti dicono televisione.
archét sm. Archetto. Trappola per uccelli, in genere costruita sul posto con legni e spago e collocata lungo corsi d'acqua quasi in secca, accanto alle piccole pozze in cui gli uccelli vanno a bere.
armà'ndùl sfp. Mandorle
arsèli sfp. Ascelle. Tirà su i arsèli, rincuorare, dar forza.
art sm. Lardo
aruz! int. Grido per dare inizio a giochi di gruppo, di bambini o ragazzi, basati sul movimento o sulla corsa, per esempio "guardie e ladri" (in pigrese magi e lìbar). Il grido per mettere fine al gioco è a tèra 'l giuchi!, a terra il gioco!
ascàs v.rif. (aschi, ascaa) Osare, avere il coraggio, o l'improntitudine, di fare qualcosa: Ti àscas a dìgal e poeu ta vedarèe!, tu osa dirglielo e poi vedrai!